L’enigmatico protagonista si lascia coinvolgere in una discussione con alcuni soci del club che, partendo dai recenti avvenimenti, in particolare il furto di 55’000 sterline, discutono sulla facilità per il ladro di dileguarsi in un mondo sempre più piccolo. Phileas Fogg finisce con l’accettare la scommessa lanciata dal Signor Stuart e sostenuta dai colleghi Fallentin, Sullivan, Flanagan e Ralph. I gentlemen scommettono ventimila sterline sull’impossibilità di compiere il giro del mondo in 80 giorni.
Il protagonista parte da Londra la sera stessa, dove torna vincendo la scommessa 80 giorni dopo, il 21 dicembre. Per portarlo a termine, Fogg utilizza una varietà di mezzi di trasporto, dai piroscafi alle ferrovie, dalle carrozze agli yachts, fino alle navi da carico, slitte e persino elefanti; ogni tappa è arricchita da imprevisti e avventure insolite, grazie anche alla tenacia di Fix. L’ispettore è infatti convinto che Fogg sia un ladro di banche e lo segue lungo tutto il viaggio nel tentativo di arrestarlo.
Oltre alla versione scritta, va ricordata anche la versione teatrale della storia, un adattamento realizzato da Verne e Adolphe d'Ennery. Il 7 novembre 1874 si tiene al Théâtre de la Porte-Saint-Martin di Parigi la prima rappresentazione dell’omonimo spettacolo, che riscuote anch’esso un immenso successo, tanto da essere proposto ininterrottamente fino al 10 novembre 1878.
Complessivamente, il libro e la sua versione teatrale hanno saputo ispirare una moltitudine di generazioni di viaggiatori e hanno segnato un momento di rottura rispetto alle dinamiche del passato. Con la pubblicazione del volume di Verne e l’avvincente trasposizione teatrale, si assiste a un interesse crescente nei confronti del tema: il giro del mondo diventa una competizione tra realtà e narrativa a cui partecipano personaggi immaginari, giornalisti, autori e semplici girovaghi.
Il celebre poeta e regista francese Jean Cocteau, affascinato dalle avventure di Fogg, realizza il giro del mondo tra il 28 marzo e il 17 giugno 1936, scrivendo a tal proposito: “Il capolavoro di Jules Verne, con la copertina rossa e oro da libro di premio, la commedia che ne hanno tratta, dietro il sipario rosso e oro dello Châtelet, hanno eccitato la nostra infanzia e ci hanno dato, più che la vista di un mappamondo, l'amore delle avventure e il desiderio di viaggiare” (Cocteau, Jean. Il mio primo viaggio. DeAgostini, 1964).
Resi famosi dal celeberrimo Phileas Fogg, i globetrotters hanno vissuto una stagione d’oro nei primi decenni del Novecento, un periodo caratterizzato da rapidi progressi tecnologici e una crescente curiosità per l'ignoto. Globetrotters di ogni estrazione sociale si sono lanciati verso orizzonti sconosciuti con entusiasmo e talvolta molta incoscienza. Fantasiosi e intrepidi, hanno realizzato le spedizioni più improbabili con mezzi spesso improvvisati, contribuendo essi stessi al consolidamento globale di un nuovo immaginario e di un nuovo modo di concepire il viaggio.
I cambiamenti globali e l'emergere dei globetrotters
Nel contesto storico del XIX secolo alcune innovazioni chiave nel settore dei trasporti hanno rivoluzionato la possibilità di viaggiare a livello globale. La prima ferrovia transcontinentale negli Stati Uniti, inaugurata nel 1869, ha permesso collegamenti veloci e sicuri da costa a costa. Nello stesso anno, l'apertura del Canale di Suez ha accorciato drasticamente i tempi di navigazione tra Europa e Asia, facilitando il commercio e l'esplorazione. Parallelamente, l'introduzione di un sistema ferroviario unico in India ha migliorato significativamente la mobilità all'interno del subcontinente.
L'invenzione del motore a scoppio ha segnato un ulteriore passo avanti nei trasporti, con l'automobile che inizia a diffondersi all'inizio del XX secolo, rendendo i viaggi via terra più veloci ed economici. Tra le imprese degne di nota vi è la gara automobilistica Pechino-Parigi del 1907, che ha dimostrato la robustezza e la capacità delle automobili di affrontare lunghi tragitti.
Anche l'aviazione ha portato un contributo fondamentale in termini di spostamenti, con i primi voli dei fratelli Wright nel 1903 che hanno aperto la strada ai viaggi aerei su lunga distanza. Negli anni successivi, l'aviazione ha registrato rapidi progressi, con voli transatlantici e circumnavigazioni del globo che hanno reso il mondo ancora più accessibile. Il primo giro del mondo in aereo si deve a una squadra americana: l’impresa avviene nel 1924 ed è più lenta di quella narrata da Jules Verne: 175 giorni, nel corso dei quali sono stati superati 42’400 km, volando da est a ovest attraverso Pacifico, Asia, Europa e Atlantico.
In questo contesto dinamico e caratterizzato da enormi cambiamenti tecnologici e sociali, si collocano le vicende dei globetrotters, una realtà spesso dimenticata o, nel migliore dei casi, esposta nelle note a piè di pagina dei volumi dedicati ai principali fenomeni sociali ed economici. Eppure, tra il XIX e il XX secolo, migliaia di girovaghi si sono lanciati nelle iniziative più stravaganti, spesso senza preparazione adeguata e senza risorse. Queste microstorie, nel loro eterogeneo complesso, contribuiscono a fornire una chiave di lettura interessante del fenomeno turistico e dei cambiamenti vissuti dalla società in generale.
I globetrotters sono stati per decenni delle celebrità effimere che giungono inattesi in paesi e città dove riscuotono, almeno inizialmente, un certo successo. Il fenomeno si presenta con sfaccettature diverse e offre un’occasione per sollevare tematiche sociali sensibili. Ad esempio, i primi viaggi delle avventurose giramondo sono l’indice di una nuova collocazione della donna all’interno della società. Allo stesso modo, gli sforzi di centinaia di viaggiatori diversamente abili sottolineano la volontà di affermare la propria normalità in una società che tende a marginalizzare chi non rispecchia determinati canoni.
Le avventure documentate a partire dalla fine del XIX secolo non sono omogenee, tutt’altro: i documenti prodotti dai girovaghi e le attestazioni sui periodici riportano giri del mondo, passeggiate transcontinentali, percorsi di vario interesse, realizzati in solitaria o in compagnia di persone o animali, con mezzi meccanici quali biciclette, moto o automobili. Una diversità che si rispecchia nei personaggi stessi: uomini, donne, bambini, neonati, anziani. Mossi da motivazioni eterogenee, promuovono progetti originali o banali, autentici e inventati. A questa popolazione variegata va aggiunta una categoria spesso dimenticata e che gioca un ruolo importante nell’immaginario collettivo: quella dei viaggiatori immaginari, globetrotter che sono frutto di narrazioni di autori e che – come magistralmente proposto da Verne – definiscono dei personaggi paradigmatici fonte d’ispirazione inesauribile.
Le tracce fragili dei globetrotters: un repertorio incompleto
Molte delle vicende presenti in questo Repertorio rimangono incompiute e difficili da ricostruire o da verificare. Storicamente, il viaggio ha comportato l'uso costante del gioco di camuffamento della propria persona, tecnica utilizzata non solo per sfuggire alle insidie che attendono il viaggiatore incauto. In ogni viaggio può esserci un lato non svelato, coscientemente o no: "Può (il viaggiatore, ndr) così inventarsi un passato che non ha avuto; può mascherare in mille modi la sua reale identità, dissimulandola o rivelandola secondo le circostanze. Può sforzarsi di rendersi compatibile con la realtà che si trova ad attraversare, mutando ruolo e status, per sue specifiche più che fondate ragioni o anche solo per ottenere qualche solido e immediato vantaggio” (Mazzei, 2013).
Le testimonianze sono spesso limitate, inconsistenti o incongruenti, rendendo difficile se non impossibile chiarire in modo inequivocabile quanti e quali siano stati i viaggiatori che hanno realizzato quanto pubblicamente annunciato. Oltre alle attestazioni parziali o incomplete, sono da considerare anche le vicende che hanno lasciato ancora meno tracce, difficili da reperire, o che non ne hanno lasciata alcuna.
In questo perimetro un lavoro omnicomprensivo è evidentemente impossibile. Un recupero parziale delle informazioni disponibili può permettere di apprezzare un fenomeno forse ancora poco conosciuto e studiato. Perché indagare le micro-storie di personaggi effimeri e proporle in un Repertorio? Le vicende dei globetrotter ci raccontano con parole diverse la nascita di un nuovo mondo, in cui il viaggio assume nuovi significati. Il loro agire permette di capire meglio il punto di partenza di queste nuove dinamiche e forse intravvedere le motivazioni che portano a queste pratiche sociali. Il viaggio assume una doppia valenza: uno spostamento nello spazio, come pure un percorso nel tempo che permette di leggere i cambiamenti della società con gli occhi di uomini e donne che li vivono in prima persona.
Lo scopo di questo lavoro è di rendere omaggio a quelle donne e a quegli uomini che si sono avventurati su strade sconosciute, con mezzi spesso raffazzonati, suscitando fascino e meraviglia che ancora oggi rimangono invariati. Un omaggio doveroso da parte di chi può viaggiare comodamente appoggiandosi a una rete omnicomprensiva di servizi e di mezzi di trasporto rapidi ed efficienti.
Il Repertorio è un documento incompleto: un cantiere al quale tutte e tutti sono invitati a partecipare, segnalando nuovi globetrotter o fornendo i dettagli e le correzioni di quelli già presenti. Il primo capitolo fornisce informazioni che permettono di contestualizzare il Repertorio. Nel capitolo seguente i globetrotter sono elencati in ordine alfabetico: le schede riportano le informazioni essenziali, un breve riassunto e i riferimenti utili per approfondire. In seguito, il testo dà spazio ai personaggi immaginari che hanno giocato e giocano tutt’ora un ruolo importante nel promuovere le nuove forme di consumo turistico.
IT
FR
DE
EN