Hesse Hermann, Non siamo sani

Ma allora, che bisogno c’è di viaggiare e camminare? Nessuno, in effetti, se fossimo persone sane e colte. Ma poiché non lo siamo, il viaggiare ha molto da offrirci: fisicamente, per il fattore igienico dato dal cambio di luogo e clima, che sui nostri sensi ha un effetto stimolante; spiritualmente, per il fascino del confronto e del trionfo che scaturisce dall’adeguamento e dalla conquista. Forse c’è per ogni individuo un tipo di paesaggio nel quale si trova a proprio agio; alcuni, per esempio, non possono sopportare fisicamente il mare, o l’alta montagna, o la pianura. Ma è povero e da commiserare l’uomo per il quale ogni nuovo lembo di terra è estraneo e opprimente.

Hesse, Hermann. Camminare. Prato: Piano B, 2015.

Hesse Hermann, Cuore e sangue

Sì, la vera voglia di viaggiare non è niente di più e di meglio del pericoloso desiderio che consiste nel pensare temerariamente: di affrontare il mondo di petto, pretendere ogni spiegazione per tutto, uomini e avvenimenti. E una tale voglia non si placa con le carte geografiche né con i libri: vuole di più, pretende di più, occorre darle cuore e sangue.

Hesse, Hermann. Camminare. Prato: Piano B, 2015.

Palin Michael, Dromomania

The compulsive urge to travel is a recognised physical condition. It has its own word, dromomania, and I’m glad to say I suffer from it.

Palin, Michael. Around the World in 80 Days. London: Phoenix, 2009.

Bettinelli Giorgio, Ricordi

La British Columbia e lo Yukon sul filo dei ricordi, ritrovando luoghi e persone, impressioni e continuità, cambiamenti drastici e paesaggi immutati da millenni. Avevo già percorso la stessa strada in senso inverso, e adesso è piacevole fermarsi in posti che mi erano rimasti impressi nella mente e scattare le stesse fotografie dalle stesse angolature, corteggiare la memoria assecondando continui "richiami del cuore" che, per quanto mi sforzi di contenere nei limiti di una retorica non troppo svenevole, a volte mi emozionano e si accavallano senza coesione interna ai ricordi di Brasile e Australia, di Kenya e Birmania, di Iran e Bolivia, in un immutabile oggi zigzagante tra passato e futuro, in quattro viaggi sovrapposti come quattro pellicole proiettate simultaneamente, e non sai di preciso dove finiscano i contorni di un'immagine e dove comincino quelli di un'altra.

Bettinelli, Giorgio. Brum brum: 254.000 chilometri in Vespa. Milano: Feltrinelli traveller, 2002.

Cougnet Alberto, Globetrotters d'inizio Novecento

In questi ultimi tempi la falange dei pedestriani s'accrebbe di un certo numero di camminatori attraverso il mondo, detti impropriamente globe-trotters. Alcuni di costoro viaggiano pedestremente, senza un soldo, cercando la sussistenza dalle risorse della loro genialità, sia dando conferenze, come Gustavo Koegel, sia vendendo cartoline col loro ritratto, come Maximor (1) e Kiraly, sia procurando ai colleghi della stampa il materiale per un diario del loro viaggio che ottengono di fare stampare, per rivendere in seguito, aumentandolo progressivamente. Alcuni, come l'artista drammatico francese E. Brunet, danno delle rappresentazioni, dove declamano poesie o leggono squarci d'autori.

Tutti conoscono le peripezie del podista Jesse Brandani di Pontedera, che avendo divisato di andare a piedi al polo nord, alla ricerca dei superstiti della Stella Polare della spedizione del duca degli Abruzzi, venne messo in prigione a Trieste, perchè scambiato per un anarchico pericoloso.

Fra i più notevoli globe-trotters menzionerò i due soci Francesco Scklear ed E. Selian, che da Parigi andarono a Pietroburgo (5000 km.) facendo circa 60 km. di marcia per giorno. Scklear, insieme ad Hunslen, fece il percorso da Vienna a Pietroburgo (2500 km.) in 50 giorni. Eugenio Zimmermann percorse tutta l'Europa. Arnaldo Innocenti di Roma, percorse 5500 km. da Roma a Berlino a Londra a Roma, con uno zaino sulle spalle del peso di 22 chilogrammi.

Il greco Mihaylo Milovanovitsch compiè egli pure il giro d'Europa (35,000 km.) facendo un 60 km. per giorno.

Il francese Grandin andò col suo fido cane da Parigi a Pietroburgo, percorrendo 6000 km. Poscia recatosi in Africa, veniva ucciso da alcuni predoni della tribù del Rajo-Galla. Venne sepolto a Gibuti.

Ma uno dei più celebri globe-trotters è stato il francese Viardin, che veramente viaggiò attraverso le quattro parti del mondo, rimanendogli soltanto da percorrere ancora l'Oceania.

Ultimamente giungeva a Parigi il conte Rosso Dianovitch, oriundo di un'isola dell'Adriatico, che da 36 anni gira il mondo a piedi, raccogliendo documenti sulle istituzioni pubbliche, gli usi ed i costumi di tutti i popoli, per un libro che intende pubblicare fra non molto a New York. In questa passeggiata attraverso il mondo, il conte Rosso Dianovitch spese tutta la sua fortuna, cioè un milione e mezzo di franchi.

Finalmente, un certo Giuseppe Capelli di Broni, già residente a Bogota nella Colombia, ha percorso tutta l'America del Sud e si dispone a percorrere quella del Nord, per recarsi a Saint-Louis, per l'epoca dell'Esposizione Mondiale, onde concorrere al premio dei 50,000 dollari che verrebbe concesso a chi potrebbe provare di avere attraversato in minor tempo le due Americhe.

Noi, augurando fortuna al forte corridore del paese del buon vino e degli eccellenti salumi, facciamo voti che il più utile ed il più semplice degli sports, possa trionfare ed imporsi a tutti i podofobi che, come il cane da pagliaio, non si arrischiano ad abbaiare che contro gli umili, mentre scodinzolano se passa per l'aia un ben vestito, tanto la civilizzazione del padrone ha stinto sul loro pelo arruffato.

Dott. Alberto Cougnet, p. 545
Almanacco Italiano, Piccola enciclopedia popolare della vita pratica. Firenze, 1904. http://www.adamoli.org/ (1) Nome corretto: Maxamor

Blackpool, Inghilterra

Questa specie di località turistica è peggiorata sempre più da quando ci andai la prima volta negli anni Settanta. L'unica ragione per portarsi secchiello e paletta sulla spiaggia di Black-pool è per raccogliere la cacca dei cani e i preservativi usati, prima di sedersi. Non riesco proprio a capacitarmi di come ci si possa divertire in quel posto orrendo. A meno che la famosa vacanza inglese non consista esclusivamente nel bersi trenta pinte di birra, vomitare su qualsiasi cosa si muova, prendere a pugni chiunque si avvicini a meno di tre metri, cagare sulla pensilina dell'autobus, e infine beccarsi una schifosa infezione da una puttana incontrata su un pullman diretto a Grimsby.

Kieran, Dan, and Mondadori. Cinquanta vacanze orrende: storie di viaggi infernali. Torino: Einaudi, 2008.


Rest not
Life is sweeping by
go and dare before you die.
Something mighty and sublime,
leave behind to conquer time.

Johann Wolfgang von Goethe