Marthaler Claude, Unico e vero avventuriero

Spesso si parte con l'illusione incofessata e integralista di sentirsi l'unico e vero avventuriero, quello che saprà ritrovare l'autentico, l'ultimo angolo di un mondo condannato a sparire. Questa convinzione, che nasconde male l'orgoglio e forse un complesso di superiorità, è spesso così forte tra i viaggiatori che genera anche tra di loro un'assurda rivalità, incomprensibile agli abitanti del luogo stesso.

Marthaler, Claude. Il Canto Delle Ruote 7 Anni in Bicicletta Intorno Al Mondo. Portogruaro: Ediciclo, 2008.

Marthaler Claude, Imprevedibilità quotidiana

Il viaggio ha raggiunto da solo il suo ritmo di crociera e ha preso il sopravvento su tutte le altre considerazioni, disdegnando il mio progetto iniziale. Contrariamente a quello che molta gente immagina, questa imprevedibilità quotidiana, lungi dall'essere angosciante, mi procura una grande sensazione di libertà e fa di ogni giorno una prima volta. Così, ci si innamora della strada come di una donna, senza limiti, perchè il viaggio è proprio una vera storia d'amore, piena di andate e ritorni.

Marthaler, Claude. Il Canto Delle Ruote 7 Anni in Bicicletta Intorno Al Mondo. Portogruaro: Ediciclo, 2008.

Guevara Ernesto, Improvvisazione

Così venne deciso il viaggio, che in ogni momento si sarebbe attenuto alla linea generale su cui era stato progettato: l’improvvisazione.

Guevara, Ernesto. 2004. Latinoamericana: un diario per un viaggio in motocicletta. Milano: Feltrinelli.

Otero Silva, Io vengo via con te

Io ascoltavo sguazzare nella barca i piedi scalzi e immaginavo i volti spenti dalla fame. Il mio cuore è stato un pendolo fra lei e la strada. Io non so con quale forza mi sono liberato dei suoi occhi e sono sfuggito alle sue braccia. Lei rimase ad annebbiare di lacrime la sua angustia al di là della pioggia e del vetro. Ma incapace di gridarmi: Aspettami io vengo via con te!

Otero Silva

Citato in Guevara, Ernesto. 2004. Latinoamericana: un diario per un viaggio in motocicletta. Milano: Feltrinelli.

Guevara Ernesto, Inciampare nella pancia

Arrampicati sugli alberi, ci eravamo ingozzati avidamente, come se ci avessero dato un termine di tempo preciso. Uno dei figli del padrone guardava con una certa diffidenza questi dottori vestiti in modo patibolare e con evidenti sintomi di fame arretrata, ma restò zitto e ci lasciò mangiare fino a quel punto così ambito per degli idealisti come noi, cioè quando uno cammina piano per la paura di inciampare nella pancia.

Guevara, Ernesto. 2004. Latinoamericana: un diario per un viaggio in motocicletta. Milano: Feltrinelli.

Sand George, Giogo

Perché viaggiare se non si è obbligati a farlo? [...]
Perché la questione non è viaggiare, quanto partire: chi di noi non ha qualche dolore da dimenticare o qualche giogo da scrollarsi di dosso?

Sand George, 1869 (citata in Berrino Annunziata, Storia del turismo in Italia, Bologna, Il mulino, 2011.

Berrino Annunziata, Condizione umana

Non è dunque la condizione umana a spingere a partire, ma il senso di disagio nella civiltà contemporanea a porre in uomini e donne il bisogno periodico di una tregua, di un allentamento, di un sollievo.

Berrino Annunziata, Storia del turismo in Italia, Bologna, Il mulino, 2011.

London Jack, Più facile farlo che non farlo

Mi misi per 'la strada’ perché non potevo farne a meno; perché non avevo in tasca i soldi del biglietto ferroviario; perché ero fatto in modo tale che non riuscivo a passare tutta la vita 'allo stesso turno’; perché... insomma perché era più facile farlo che non farlo.

London, Jack. 1930. La Strada. Milano: Casa Editrice Bietti.