Per mesi avevo atteso con impazienza la settimana di vacanza «tutto compreso» da trascorrere con due amici. Sette giorni sdraiati sulla spiaggia; a fumare sigari e a visitare la Avana dei locali notturni... Mmmh, non proprio.
Arrivammo in hotel e subito ci fu consigliato di rimanere all'interno del complesso alberghiero per l'intera durata del soggiorno, e di non avventurarci per nessuna ragione nel paese fuori di li. E già questo era piuttosto lontano dalle vecchie Cadillac scolorite che avevano percorso le strade della mia immaginazione. Venne fuori che come al solito la brochure ci aveva ingannato, e che ci trovavamo a chilometri di distanza dall'Avana. L'hotel aveva una spiaggia privata, con una recinzione sorvegliata da guardie armate che impedivano l'accesso agli abitanti del luogo.
Un po' allarmato dalla presenza delle guardie chiesi a un barman perché si trovavano li. «Per evitare che i locali vi molestino chiedendovi continuamente soldi, rovinandovi la vacanza», rispose. Bello stare in vacanza dalla parte dell'apartheid economico. Non mi ricordo affatto che se ne facesse menzione nella brochure pubblicitaria. Passai il resto della vacanza soverchiato dal senso di colpa e di disprezzo per me stesso. Devo dire che fu un chiaro esempio di «occidentale in vacanza che vive come un re con tutto il cazzo di denaro estorto alle nazioni in via di sviluppo dal suo paese, il quale ha inventato il protezionismo commerciale e lo sfruttamento, il cosiddetto "libero mercato"».
Per dio, quella vacanza mi ha trasformato in un fottuto hippy, e questo di sicuro sulla brochure non c'era scritto...
Kieran, Dan, and Mondadori. Cinquanta vacanze orrende: storie di viaggi infernali. Torino: Einaudi, 2008.