Ogni tanto capitava che qualcuno ci chiedesse se il viaggio ci aveva cambiati. Non mi sentivo diversa da prima, e non sapevo cosa rispondere. Non andavamo in cerca di epifanie rivelatrici su noi stessi, volevamo semplicemente scoprire qualcosa sul mondo.
Tuttavia, a poco a poco, in maniera quasi impercettibile, il mondo intorno a noi era cambiato, e noi con lui. Fisicamente ci sentivamo sempre più in formae avevamo imparato ad adattarci alle stagioni; ci eravamo abituati ai tafani e al caldo della costa della Columbia Britannica, alla pioggia dell'Alaska sud-orientale, ai venti della Lost Coast e al freddo pungente del bacino del Copper. Soprattutto era cambiata la nostra percezione.
McKittrick, Erin. La strada alla fine del mondo. Torino: Bollati Boringhieri, 2010.